Miti
Da oltre tremila anni Napoli vive e si nutre nel mito. Le origini legate a Partenope, le gesta di Virgilio il mago, le immersioni dell’uomo-pesce, il famelico coccodrillo del maschio Angioino…. questi miti rappresentano una grossa parte del fascino che la città esercita sulle persone di tutto il mondo. La camera ammalia attraverso i miti che evoca e poiché il mito più famoso riguarda la nascita stessa della città di Napoli ed ha per protagonista la sirena Partenope… non poteva mancare una vasca in cui immergersi. Adatta per persone in intimità.
Voti
Simbolo di una tradizione popolare che mischia tra loro aspetti sacri e profani portando inconsapevolmente avanti un modo antichissimo di interfacciarsi con la divinità, l’ ex voto è un ringraziamento per un bene ricevuto, il simbolo di un debito di riconoscenza ed insieme il saldo del debito stesso. Una gran parte degli ex voto è legata a guarigioni da malattie. A fronte di queste guarigioni, a mo’ di “per grazia ricevuta”, c’era e c’é tuttora la tradizione di offrire come ex voto un oggetto, in genere d’argento, raffigurante la parte del corpo guarita. Quindi si possono trovare tanti oggetti a forma di mani, piedi, busti, occhi…
Riti
Magia, superstizione e scaramanzia si mescolano fin dai tempi più remoti nella cultura partenopea. Affondano le proprie radici nelle miserie e sventure che colpirono la città di Napoli. “Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”, diceva il grande Eduardo De Filippo. Uno dei simboli di questa città, Totò, ha interpretato lo jettatore, ovvero lo sfortunato possessore della sfortuna. Per contrastare la malasorte sono stati messi a punto riti scaramantici e amuleti vari: dal corno al ferro di cavallo, dal gobbetto alla corona d’aglio….
Cunti
Napoli ha in seno una miriade di storie da raccontare. Partono da tempi lontani e arrivano fino ad oggi, un percorso per il quale sono passati grandi letterati e studiosi, come Matilde Serao, Benedetto Croce, Eduardo de Filippo e moltissimi altri napoletani illustri che le hanno raccontate. La camera le rievoca, tra le pagine dei libri sospesi alle pareti, libri luminosi posti sui tavoli, L’immagine velata della pudicizia della cappella sansevero rammenta quella della Bella ‘Mbriana e il geco in cui ella muta popola le pareti. Piccole nicchie, illuminate dalla luce tremula di fiammelle di presepe, accolgono anime del purgatorio a cui è legata una miriade di racconti….
Fedi
Nella città delle 500 cupole, 52 patroni, 2000 edicole votive, la camera racconta un aspetto della cultura del popolo napoletano: la devozione. Gli elementi d’arredo della camera attingono a quell’iconografia ingenuamente popolare di immagini che, nel Sud più antico, da sempre hanno illuminato gli angoli bui di vecchi vicoli affollati , o i recessi nascosti e dimenticati di case immense e labirintiche creando un’atmosfera magica, suggestiva, onirica ….
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